Nel corso del Caminetto che si è tenuto il 6 dicembre 2016 presso la nostra sede, il dott. Andrea Costantini del Servizio Regionale di Immunologia Clinica e Tipizzazione Tessutale, Università Politecnica delle Marche e Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti – Ancona ha tenuto una interessantissima relazione dal titolo: La malattia da HIV oggi: ancora un problema aperto?
Ad oltre 35 anni dalla sua scoperta, la malattia da HIV/AIDS continua ad essere un problema di dimensioni mondiali, che conta oggi circa 38 milioni di casi secondo i più recenti dati delle Nazioni Unite. Il numero di nuove infezioni/anno rimane consistente anche nei Paesi più sviluppati, che meglio dovrebbero garantire l’accesso alle procedure diagnostiche ed alle cure.
Questo per ragioni molteplici, fra le quali la scarsa attenzione mediatica che la malattia da HIV riscuote oggi, cui consegue la percezione più o meno diffusa che si tratti di un fenomeno ormai circoscritto e per l’idea, anch’essa diffusa, che si tratti di qualcosa che riguarda esclusivamente alcune categorie di persone o di comportamenti, cui si collega il problema della discriminazione e dello stigma nei confronti delle persone sieropositive e, non infrequentemente, dei loro familiari.
Molti progressi sono stati fatti nel campo della terapia dell’infezione da HIV, dall’AZT fino ai farmaci potenti e maneggevoli che utilizziamo oggi, in grado di arrestarne di fatto la progressione. Nonostante ciò, l’esordio subdolo ed il decorso silenzioso della malattia continuano a favorire il passaggio del virus da soggetto inconsapevole a soggetto inconsapevole. Conoscere la malattia da HIV significa prevenirla meglio, diagnosticarla prima, curarla in modo più tempestivo garantendo al paziente una esistenza più serena, ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione ad altre persone.

Ma una efficace strategia di informazione non può prescindere dalla collaborazione congiunta del mondo medico, della politica, del mondo della scuola e dell’educazione, del mondo della cultura e del lavoro, delle persone che vivono con HIV/AIDS e di quelle che l’AIDS credono sia scomparsa. Arrivare se non a sconfiggere almeno a contenere definitivamente l’epidemia, a beneficio delle prossime generazioni, non è (più) una questione solo scientifica; è piuttosto una sfida educativa, culturale, sociale, politica. Solo un’alleanza convinta fra le tante componenti coinvolte può generare una strategia di azione che consenta l’ulteriore salto di qualità necessario per avviarsi verso una vera sconfitta dell’HIV/AIDS.