Giovanni Gara

Interessante relazione in occasione del caminetto del 22 ottobre 2013. Il nostro socio e amico Giovanni Gara ha ricordato il suo impegno per fondare il primo Rotary Club in Albania oltre venti anni fa. Una iniziativa che ha dato lustro e risonanza internazionale al nostro Club e della quale andiamo orgogliosi. Di seguito riportiamo una sintesi della relazione di Giovanni. 
Sintetizzare i 20 anni e più di Rotary in Albania avrebbe richiesto un po’ più di tempo, ma alla fine eccomi qua! Il progetto “Rotary per Cultura-Adotta uno Studente” è iniziato nell'a.r. 93/94 ed ha visto il nostro RC tra i più attivi e costanti sostenitori di questo progetto. Ma questo è stato ed è soltanto uno dei numerosi progetti che il Rotary International, il Rotary Italiano ed il Distretto 2090 hanno sviluppato e stanno sviluppando in Albania.
 
E’ stato possibile realizzare questi progetti soltanto dopo che il Rotary è arrivato in Albania e va al RC Altavallesina Grottefrasassi il merito di aver portato il Rotary nell'ultimo Paese comunista d’Europa, vincendo la concorrenza degli americani, inglesi, francesi,ungheresi ed anche giapponesi.
 
Quando ho iniziato l’avventura del Rotary in Albania, di questo paese si conosceva soltanto la posizione geografica sulla carta e qualcuno sapeva che la capitale era Tirana. Non esagero perché ricordo che nel 1991, poco prima di un viaggio per l’Albania, per avvisare, come di consuetudine, la responsabile dell’area, Maya Koebli, del Rotary di Zurigo, lasciando detto che nei giorni successivi non ero raggiungibile telefonicamente, perché mi recavo a Tirana, una segretaria mi chiese se Tirana era nel Marche o nel Molise. 


 
Faccio presente ancora che mentre oggi esistono collegamenti aerei settimanali o addirittura giornalieri da Ancona, Forlì, Rimini, Perugia, Bologna, Roma, Bari, Milano ed anche marittimi da Bari, Ancona, Ortona, Pescara, Brindisi e comunque chiunque può recarsi in Albania, senza alcuna limitazione, se non la registrazione alla frontiera, allora la situazione era notevolmente diversa. Nel 1991-1992, ed era già finito il periodo comunista di Hoxha, bisognava prima di tutto recarsi a Roma, in Ambasciata, per richiedere il visto, che era per lo più valido per un solo viaggio ed esisteva un unico collegamento aereo settimanale della compagnia rumena Tarom, che volava da Roma a Bucarest e faceva scalo a Tirana soltanto il martedì. Per il ritorno bisognava aspettare il martedì successivo. Per mare l’unica via di accesso era il porto di Trieste, anche qui con un unico viaggio settimanale, per cui se uno voleva partire da Ancona doveva fare il seguente tragitto; Ancona, Spalato, Trieste, Durazzo e per il ritorno, ovviamente Durazzo,Trieste, Spalato, Ancona. Questa era la situazione nel 1991 e penso che rende bene l’idea di quanto grande fosse l’isolamento in cui erano stati tenuti gli albanesi  dal regime di Hoxha.
 
In questo contesto abbiamo mosso i primi passi per portare il Rotary in Albania. Una serie di circostanze personali, politiche ed amicizie ci hanno permesso di arrivare per primi in questa corsa per piantare la bandiera del Rotary in quello che era stato l’ultimo paese comunista d’Europa e che vedevano impegnate tutte le grandi nazioni rotariane, europee, americane e giapponesi. Infatti dopo la caduta del muro di Berlino, in molte  stati dell’ex blocco comunista si riaprivano i Rotary club soprattutto per opera degli americani, degli inglesi e degli austriaci. Per il Rotary in Albania, era grande soprattutto l’impegno degli americani, ma anche dei francesi e dei giapponesi. Per far capire quanto gli americani fossero rimasti delusi per non essere riusciti in questa impresa, ricordo che quando andai ad invitare, tra gli altri, l’Ambasciatore Americano a partecipare alla consegna della Carta al Club di Tirana, questi mi disse che non sapeva se poteva venire e che io, comunque, mi dovevo ricordare che il Rotary era americano.Allora  risposi che se fosse venuto sarebbe stato il benvenuto ma che il Rotary in Albania l’aveva portato un italiano.Ricordo anche che i francesi stavano tentando l’operazione Rotary in Albania ed erano in parte favoriti perché avevano avuto già parecchi contatti anche durante il regime di Hoxha ed in quell'anno un Governatore francese era il cognato di un grosso personaggio politico ed industriale albanese.
 
Come ho detto questa avventura rotariana era nata per caso, e si era legata ad una  mia precedente storia personale che mi aveva portato a cercare di conoscere l’Albania. Ne avevo sentito parlare, infatti, attraverso i racconti di mio padre, autista di una ambulanza militare durante l’occupazione italiana in Albania. Mio padre aveva salvato la mamma di un albanese e a sua volta dopo tanto tempo aveva scoperto che questo albanese, riconoscendo le insegne della sua ambulanza aveva ritardato lo scoppio di una mina per far saltare un ponte dove stava passando l’ambulanza di mio padre. Queste storie sentite da ragazzino mi avevano incuriosito e mi sono ritornate in mente quando, durante gli studi universitari a Roma, mi trovavo spesso a passare davanti all'Ambasciata Albanese. E da allora continuavo a seguire sui giornali le notizie che riguardavano l’Albania notando che, a poco a poco, qualche cosa stava cambiando. Alcuni medici dell’Università di Roma si recavano a Tirana per curare il Presidente Hoxha, alcuni Parlamentari italiani, tra cui Forlani, avevano fatto dei viaggi a Tirana.
 
Dopo una serie di incontri con l’Ambasciatore Albanese a Roma, dei quali avevo sempre informato il mio Governatore Michele Praitano ed il suo assistente Giorgio Rossi, era chiaro che l’Albania stava cercando di uscire dall'isolamento in cui era stata tenuta per 50 anni. Cercavano di avere contatti con le piccole realtà come quella marchigiana, sia con le Università che con le piccole imprese. Vi ricordo che è stato proprio l’Ambasciatore Dervishi la prima autorità albanese ad incontrare Papa Giovanni XXIII ed anche Madre Teresa, che era di origini albanesi.
 
Intanto nel Novembre del 1990 la situazione in Albania era precipita nel caos rovesciando il regime comunista, e si trovava in una situazione tale che l’Ambasciatore Dervishi, chiamandomi, mi disse che non era più il caso di parlare di gemellaggi culturali (avevamo infatti promosso un gemellaggio tra l’Accademia di Macerata e l’Accademia delle arti di Tirana), perché la situazione in Albania era tale che disse testualmente “non c’è più né una goccia di latte né un’aspirina, neanche per i bambini”. A quel punto, d’accordo con i soci del club, alcuni volontari arceviesi e la parrocchia di Arcevia organizzammo, nel mese di maggio 1991, una spedizione di aiuti umanitari con un camion che trasportava medicine, abbigliamento e  20.000 litri di latte acquistati alla Centrale del Latte di Ancona. L’Adriatica Navigazione offrì il viaggio gratuito da Ancona a Durazzo, per il trasporto del camion.
 
La sera prima facemmo una conviviale qui, nel club, con l’Ambasciatore Albanese ed il Governatore Michele Praitano, ed il giorno successivo, con una grande cerimonia al porto di Ancona con la partecipazione delle Autorità Regionali, Marittime, Provinciali e Rotariane del Distretto, imbarcammo il camion alla volta di Durazzo. Io ed un mio amico, Sergio Crescentini, partimmo in aereo da Roma ed aspettammo al porto di Durazzo l’arrivo del camion garantendo la sicurezza, attraverso i contatti avuti con il Ministero della Difesa e garantendo la consegna del materiale alla Croce Rossa Internazionale, il responsabile era un italiano, il Dott. Mario Gerbi, al Dott. Ciril Pistoli, responsabile della Croce Rossa Albanese ed all’Ambasciatore Italiano Cardilli. Ricordo che il porto di Durazzo era pieno di persone che erano pronte a saltare sulla nave pur di sfuggire alla fame di quei giorni, guardate a vista dall'esercito albanese. In quel tempo era stato tanto l’interesse suscitato per questo Paese “nuovo” che fummo intervistati dai giornali e dalle riviste regionali e nazionali. Il Presidente della Giunta Regionale delle Marche, Giampaoli, ricevette ufficialmente la delegazione del Rotary e l’Ambasciatore Dervishi così come le industrie più rappresentative delle Marche (Olearia, Pieralisi, Grati, ecc). 

A questa iniziativa ne seguirono altre, come il soggiorno per tre settimane a Fabriano di 20 giovani albanesi di Tirana e Lezhe, con la collaborazione dei soci Alessandroni, Berionni, Mendicini ed il costante assenso e supporto di Giulio Pianesi e di tutti i soci del club. Alcuni di questi giovani hanno avuto la possibilità di ritornare in Italia e di laurearsi. Uno di questi Andi Muchaj, è Medico del Centro Cardiologico di Ancona, un’altra Blerina Kola, si è laureata in Medicina in Ancona, a giugno del sesto anno, con Lode e menzione speciale ed attualmente lavora nell'industria farmaceutica Pfizer a Londra, altri sono rimasti in Albania. Un’altra, Albana Gojani, l’ho incontrata l’anno scorso come Segretaria del Club di Durazzo, un altro ancora, Roland Tasko, è un’importante fotografo albanese già corrispondente per l’Agenzia  Reuters.
 
Numerose furono poi l’iniziative che seguirono anche da parte di enti pubblici marchigiani in favore della popolazione albanese. Donazioni di pullman da parte del Comune di Ancona, donazioni di quadri ed opere d’arte al Museo di Lezhe da parte dell’allora socio Armando Ginesi. 

Parallelamente andavano avanti le pratiche per arrivare alla costituzione del Rotary in Albania. Ma se era semplice e oramai codificato aprire un Rotary Club in un qualunque altro paese anche ex comunista, diventava oltremodo difficile, oltre ogni prevedibile immaginazione, aprire un Rotary Club in Albania. Ricordo che chiedendo consiglio a Zurigo sulla procedura da attuare la segretaria Maya Koebli, mi inviò la copia di quello c che era stato fatto per il Rotary in Bulgaria eioè una dichiarazione firmata da alcuni funzionari ministeriali che dichiaravano di accettare i principi del Rotary e che nulla si opponeva  in linea di principio alla apertura del Rotary in Bulgaria.
 
Ad Evaston questa dichiarazione, però, non bastava assolutamente per aprire il Rotary in Albania e così dovetti fare vari viaggi per ottenere l’elenco preciso delle sedute del Parlamento Albanese che approvavano la libertà religiosa, la proprietà privata, la libertà di espressione, l’accettazione della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, nonché il numero della legge con cui era stata resa attuabile la norma. A volte neanche questo risultò sufficiente. Ricordo che anche dopo la costituzione del club provvisorio di Tirana, avvenuto il 15 giugno 1991, il Rotary chiese al Governatore Michele Praitano ulteriori precisazioni e documentazione aggiuntiva. Superato tutto questo, la cosa buffa è stata che nessuno in Albania, ancora con un apparato burocratizzato e statale, sapeva come registrare un associazione come il Rotary e così, inizialmente, fu registrato come un’associazione giovanile e culturale.
 
Voglio ricordare un episodio: mentre parlavo con alcune persone per informarle sull'attività del Rotary un medico alla fine concluse il nostro discorso dicendomi: “Io sono vent'anni che lavoro gratis per lo stato socialista e tu adesso mi vieni a dire che debbo lavorare gratis per il Rotary”! 
 
Finalmente il 12 maggio 1992 venne consegnata la Charta al RC di Tirana, primo RC d'Albania. Per il mondo rotariano era un evento importantissimo tanto che venne direttamente il Presidente Internazionale del Rotary, l’indiano Rajendra Saboo a consegnare la Charta al presidente Vladimir Pulay. Rajendra Saboo fu accolto dal Presidente della Repubblica Berisha con gli onori di un Capo di Stato.
 
A questo risultato vincente concorsero numerosi  fattori, non ultimo il  rapporto di amicizia instaurata con l’Ambasciatore Dashnor Dervishi, ma anche una serie di considerazioni di ordine politico e l’interessamento dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga.
 
Dopo l’apertura del Rotary club di Tirana si moltiplicarono e si ampliarono le iniziative di aiuto rotariane provenienti da tutto il mondo ed in maniera particolare dagli Stati Uniti d’America, dall'Inghilterra, dalla Francia dalla Germania, dall'Austria, dalla Turchia, dalla Grecia e da altri paesi sia direttamente sia attivando il meccanismo del Matching Grant.
 
Il Rotary in Albania ha sempre avuto ed ha la massima considerazione da parte della Autorità politiche del Paese. Non per niente durante le visite del Governatore siamo stati sempre ricevuti o dal Presidente della Repubblica o dal Primo Ministro, ed abbiamo mantenuto sempre i contatti con l’Ambasciatore Italiano a Tirana. Dal quel momento io ed i vari Governatori del D. 2090 abbiamo avuto una serie di contatti con le Autorità albanesi  che ci hanno permesso di conoscere i problemi della popolazione del Paese delle Aquile. 

Dopo una serie di colloqui con l’allora Ministro della Sanità Tritan Sheu, oggi Direttore dell’Università Cattolica a Tirana, fummo informati che uno dei più gravi problemi, con l’apertura delle frontiere, era il diffondersi dell’Epatite virale B.
 
E’ così che è nato il primo grande progetto “ Vita per l’Albania” in accordo con l’UNICEF e l’OMS. Il progetto prevedeva la vaccinazione contro l’epatite virale B di tutti i neonati albanesi nati dal 12 maggio 1994 al 12 maggio 1997, completamente finanziato dai rotariani di tutti i Distretti Italiani che per la prima volta partecipavano ad un progetto unitario. La vaccinazione è stata fatta dai Medici albanesi e i Medici Rotariani volontari andavano e controllavano i registri delle vaccinazioni in accordo con il personale dell’UNICEF e dell’OMS. Il progetto è stato finanziato dalla Rotary Foundation con la massima contribuzione dei  progetti 3H ed è stato premiato alla Convention di Nizza come uno dei migliori progetti rotariani. Attualmente la vaccinazione antiepatite B è entrata nella schedula vaccinale del Ministero della Sanità Albanese.
 
Ci sono stati poi numerosi altri progetti :
-         il PDG Luciano Pierini ha realizzato in Albania: l’Acquedotto di un quartiere di Durazzo, 
-         il Progetto “Un cuore per l’Albania”, programma che ha permesso di curare definitivamente, 20 bambini cardiopatici operati in Ancona dal cardiochirurgo Marco Pozzi e completamente finanziata dal Rotary
-          Biblioteche scolastiche sia a Tirana sia a Saranda
-          consegna di giochi ai bambini degli orfanatrofi.
-         Formazione di personale paramedico attraverso la Fondazione Zarri.
-         Corsi di Ecografia per medici presso l’Ospedale di Ancona.

socio onorario Albania
socio onorario Albania
 
Nell'anno rotariano 93/94 ha avuto inizio il Progetto “ Rotary per la Cultura- Adottiamo uno Studente” ideato dal PDG Giorgio Rossi. Il progetto si propone di aiutare in Albania , gli studenti meritevoli, non residenti, che frequentano il Politecnico o l’Università di Tirana, Durazzo, Korce, ed Elbasan. Gli studenti vengono scelti da una commissione dei RC albanesi. I fondi per questa iniziativa vengono dati dai singoli rotariani o dai club del Distretto, che adottano, ognuno, uno o più studenti. Questo progetto è iniziato nel 93/94, ed allora gli studenti furono 21, ed erano della sola Università di Tirana. Ad ognuno fu dato un contributo di 150 dollari. Nel 94/95 furono 22. Nel 95/96  furono 65, e il contributo salì a 200 dollari ed uno studente fu adottato per la prima volta dal club di Tirana. Nel 96-97 furono ancora 65. Nell'anno 97-98 gli studenti scelti furono 80 ed 8 di questi sono stati adottati dai rotariani di Tirana. Nell'anno 98-99 sono state consegnate 25 borse di studio di cui 4 sono state sponsorizzate dal club di Tirana. Nell'anno 1999-2000 sono state consegnate borse di studio pari a £. 20.400.000 e sono state sponsorizzate in gran parte dal Distretto con il contributo del Fondo del Governatore Serafini, dal RC Altavallesina Grottefrasassi e dal RC di Tirana. Nell'anno 2000-2001 sono state consegnate 41 borse di studio di cui alcune sponsorizzate dai soci del RC di Tirana. Nell'anno 2001-2002 le borse di studio sono state ben 100 di cui 5 sponsorizzate dal RC di Tirana. Nell'anno 2002-2003 sono state consegnate 38 borse di studio di cui 2 del RC di Tirana. Nell'anno 2003-2004 le borse di studio consegnate sono state 108. Nell'anno 2004-2005 sono state consegnate 104 borse di studio. Nell'anno 2005-2006 le borse consegnate sono state 67. Nell'anno 2006-2007 sono state consegnate 57 borse sempre di 200 euro cd. Nell'anno 2007-2008 si decise di aumentare la quota delle borse di studio a 260,00 euro cd. Negli ultimi anni 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, non sono state consegnate le borse perché non erano un numero adeguato. Nell'a.r 2011-2012 sono state consegnate 41 borse di studio. Il giorno 10 Maggio u.s sono state consegnate le ultime 23 borse di studio, alla presenza dei presidenti dei RC albanesi e sono state date a giovani studenti universitari orfani dei genitori ed ospiti dell’Association “ORPHANS IN FOCUS”.
 
Penso che tutto questo sia un’altra dimostrazione che grazie al Rotary ed a chi  si riconosce nei suoi principi, sia possibile attuare la comprensione tra gli uomini e le nazioni, per un mondo di pace e un mondo più giusto.
 
Giovanni Gara