Il 10 ottobre 2018 alle ore 17.30, presso il Centro Culturale Polivalente di Staffolo si è svolto un convegno su “La telemedicina come strumento di sostenibilità e sviluppo della rete sanitaria regionale” organizzato congiuntamente dal Rotary Club di Jesi e dal nostro Club. Di seguito riportiamo la nota di Veronique Angeletti, che ringraziamo per la sua collaborazione.

Si dice “e-health”, si legge “Telemedicina”. Ed è l'evoluzione digitale della medicina tradizionale. In pratica, tramite nuove tecnologie e la rete - ovviamente ci vuole un'ottima banda larga - arrivano per il paziente nuovi modi di rapportarsi con il suo medico, gli specialisti e con i reparti ospedalieri. Si tratta di un insieme di tecnologie in grado finalmente di cancellare le barriere geografiche e temporali e di migliorare la salute dei cittadini. Spesso, purtroppo, le nuove modalità sono state interpretate erroneamente come un “depotenziamento” dei presidi sanitari mentre nella pratica facilitano le diagnosi, creano gruppi di lavoro in tempo reale tra medico curante e specialisti, modulano le terapie a distanza (diabete, cuore...) e ne controllano l'efficacia, ottimizzano a distanza il monitoraggio del malato (anche per la riabilitazione) che rimane nella propria casa. 

 

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È questa telemedicina “Strumento di sostenibilità e sviluppo della rete sanitaria regionale” che era al centro di un straordinario convegno organizzato dai Club Rotary Altavallesina Grottefrasassi e Jesi, a Staffolo, mercoledì 10 ottobre.
Straordinario perché l'incontro non era un banale bilancio teorico dei vantaggi-benefici ma prevedeva eccezionali momenti di pratica. Tramite sofisticati macchinari, computer proiettati su schermo gigante, è stata addirittura eseguita in loco su una bambina un’ecocardiografia letta a distanza da ecografisti e monitorato un vero malato dismesso da poco. Un convegno che per il presidente del Club di Jesi, Paola Duca, e Marco Filipponi dell'Altavallesina Grottefrasassi dimostra che la telemedicina «è la sfida da vincere nella sanità, tanto più che contribuisce a ridurre i divari, consente di fare economie e restituisce una dimensione familiare all'utente».
Un'iniziativa che nel nostro comprensorio non è un libro dei sogni. La telemedicina è già stata finanziata e dunque ha le gambe per essere applicata. Tramite la Snai, ossia la strategia nazionale delle aree interne, il nostro paese fa parte del G9, ossia del gruppo dei nove comuni dell'area interna Appennino basso-pesarese anconetano e, in sinergia con i comuni di Arcevia, Frontone, SSAbbondio, Cantiano, Cagli, Acqualagna, Piobbico e Apecchio, ha a sua disposizione da quest'anno almeno 600 mila euro per attivarla. Finanziamenti ottenuti con la legge di stabilità.

Per dimostrare l'applicazione del teleconsulto nella diagnosi a distanza, nelle cure a domicilio e spiegare la telechirurgia, sono intervenuti chirurghi ed ecografisti di primo piano come il dottor Marco Pozzi del Reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica degli Ospedali Riuniti di Ancona – ideatore e moderatore dell'iniziativa -; Federica Iezzi, Dirigente medico Cardiologia e cardiochirurgia pediatrica e congenita delle Torrette; il direttore dell'Urologia di Villa Igea, il dottor Angelo Caffarelli.

Veronique Angeletti