La conviviale del 18 novembre 2014 è iniziata con la consegna di un Paul Harris Fellow (PHF), che Alvaro Piermattei nel suo anno di presidenza ha attribuito alla dott.ssa Nicoletta Frapiccini, direttrice del Museo Archeologico di Ancona, per la sua collaborazione con il Premio Mannucci.

Consegna del PHF alla dott.ssa Frapiccini
La serata è poi proseguita con il dott. Alvaro Moscè ci ha trasportato in terre a noi sconosciute attraverso i filmati realizzati nei suoi viaggi, illustrando gli usi, costumi e gli stili di vita di una etnia a noi sconosciuta di soli 30 elementi; sono i Rorogot che vivono in un villaggio sull'isola di Siberut.
E' lo stesso Moscè ha riferirci delle difficoltà incontrate per arrivare in luoghi mai raggiunti dall'uomo, e per incontrare genti che sono molto diffidenti: spesso sono gli stessi popoli indigeni a non volere visite da parte degli occidentali.
Il filmato mostrato e commentato da Moscè ha avuto come sempre una realizzazione difficile, ma fondamentale è stato il contributo di Teddy, figlio primogenito di una famiglia Rorogot che ha lasciato la sua tribù per vivere nel benessere in un grande villaggio di Siberut. Ma Moscè l’ha incontrato a Padang, sull’isola di Sumatra, dove il ragazzo si reca per divertirsi.
Moscè ha presentato i Rorogot come un popolo che voleva restare isolato e rifiuta ogni forma di contatto con gli stranieri. Le radici culturali dei Rorogot risalgono al tardo neoliti­co quando, provenienti da nord, varie popolazioni sono affluite in tutto l'arcipelago indonesiano, sviluppandosi autonomamente in ogni isola. I corpi dei Rorogot sono tatuati con linee blu scuro più o meno sottili, che li percorrono su tutto il corpo e che hanno il compito di tenere presso di se l’anima. Ma testimoniano anche il ruolo della persona nel clan. Credono negli spiriti e hanno lo sciamano. Il clan vive in una casa comunitaria su palafitte e si nutrono di larve, cibo che non può assolutamente mancare nel pasto quotidiano o in una cerimonia importante (forniscono loro le proteine necessarie alla sopravvivenza).

dott. Moscè
Durante la proiezione del filmato l'attenzione è stata alta, perché credo che tra i presenti nessuno ha mai visto popoli che vivono così lontani da qualsivoglia civiltà.
Sono stata molto colpita da quanto riferito dallo sciamano dei Rorogat quando dice: che preferiva essere povero, ma libero anziché povero nel mondo occidentale.
Terminata la proiezione, costellata di molte note esplicative fatte dal gradito ospite, i nostri soci hanno mostrato interesse con domande, curiosità e chiarimenti alle quali Moscè ha fornito dettagliate risposte.

Fernanda Pasca